E allora è definitivo, e soprattutto è vero: portiamo tre coppie azzurre di beach all’Olimpiade di Rio. Che – chi non è dell’ambiente ancora non ci ha pensato ma presto se ne renderà conto – sarà l’Olimpiade del beach. Non è la prima volta che ne portiamo tre, era già successo nel 2000 a Sydney, allora erano due di donne e una di uomini, stavolta è il contrario.
Però questa storia comincia con una foto di calcio. E di bambini. La squadra che vedete è l’Urreta F.C., società giovanile del quartiere la Blanqueada di Montevideo, Uruguay. Il ragazzino alla sinistra del portiere è Adrian Carambula, uno dei sei azzurri qualificati per l’Olimpiade di Rio. E se ovviamente non c’è nulla di strano che un ragazzino uruguayano giochi a calcio, è già più curioso che crescendo finisca a fare un’Olimpiade nel beach volley per l’Italia. Ma non è nemmeno questa la parte più bizzarra della storia. Basterà dire che questa foto è della squadra dei bimbi classe 1988, ed è un ripiego. Perché Adrian Carambula sostiene di esser stato un piccolo fenomeno, e in quanto tale spesso convocato per giocare con i più grandicelli del 1987. Dove come gemellino del gol aveva Luis Suarez. Quel Luis Suarez, quello del Barcellona, quello che ha morso Chiellini al Mondiale. Nonostante le insistenze e le minacce, Adrian non è ancora riuscito a trovare una foto che documenti la cosa. In compenso ha prodotto la foto di sopra in cui l’ultimo bimbo in basso a destra è Maxi Suarez, fratello di Luis.
E anche quest’altra sotto, in cui Maxi Suarez è il primo in piedi col n.10 e Adrian Carambula è il secondo col 9.
La famiglia di Suarez era arrivata a Montevideo da poco da Salto, e Maxi e Luis sono diventati subito molto amici di Adrian. I fratelli Suarez peraltro sono quattro, gli altri due sono Paolo e Diego, e giocano nel campionato del Salvador. Maxi invece a oggi è centravanti nell’O&C Universidad, squadra del campionato della Repubblica Dominicana. Ebbene sì, in Repubblica Dominicana c’è un campionato di calcio.
Un po’ per scherzo, come si fa in questi casi, Adrian Carambula dice: “Io ero più bravo di Suarez”. Inteso come Luis. E io ci credo ciecamente. Anche solo per il tipo di carriera che ha fatto nel beach volley. Cioè: Adrian Carambula non aveva i fondamentali della pallavolo e non ha la statura da beacher di alto livello. Eppure si è inventato un modo di giocare col quale, insieme a Alex Ranghieri, è arrivato ad essere in cima al ranking Mondiale, alla finale dell’Europeo 2015 e ora all’Olimpiade di Rio. Se ha avuto l’abilità e la tenacia per fare una cosa del genere, può benissimo essere che ne avesse altrettante da applicare al calcio. E chissà cosa sarebbe diventato se fosse rimasto a vivere in Uruguay.
Invece, quando aveva 13 anni, la sua famiglia si è trasferita negli Stati Uniti, a Miami. Dove il padre ha messo su un’impresa di pulizie. Adrian andava a South Beach e, racconta: “Non trovavo nessuno con cui giocare a calcio. Vedevo tutti questi che giocavano a beach volley e li stavo a guardare”. Poi piano piano, verso i 16 anni, ci si è messo. Ha sviluppato colpi che potrebbero fare rabbrividire molti pallavolisti, ma terribilmente efficaci. Come la sua ormai leggendaria e temutissima skyball. La battuta a campanile che terrorizza i beacher di mezzo mondo. Questa qui (e notare come chiude lo scambio…).
Una battuta che in Italia chiamiamo “alla Coreana”, anche se non ha nulla a che fare con la Corea e che ha tutta una sua storia qui raccontata…
Tornando ad Adrian. Con Marcos Macau ha cominciato a giocare tornei amatoriali in tutto il sud della Florida, vincendone a decine. Quindi, dal 2007 l’esordio in AVP, il circuito pro statunitense. Dove ha vinto 4 tornei Young Guns, quelli per gli esordienti. Tra il 2013 e il 2014 ha fatto tre podi nel circuito maggiore.
E’ stato a quel punto che è entrato nella storia Phil Dalhausser. Dalhausser (con Todd Rogers) è stato campione Olimpico a Pechino e Mondiale a Gstaad nel 2007. A differenza della maggior parte dei migliori beacher cresciuti o trasferiti presto in California, è cresciuto in Florida, a South Beach. Dalhausser ha parlato di Adrian a Alex Ranghieri, raccontandogli che avrebbe potuto giocare come italiano. Così i due si sono conosciuti. Parlando è uscita la storia di nonna Norma. Norma Benedetti, 91 anni, torinese, residente a Montevideo, nonna di Adrian.
Così un’amica comune di Carambula e del c.t. azzurro Paulao ha organizzato una specie di provino a Long Beach, durante una tappa di World Tour del 2014. Ranghieri si è intestato e, vedendo quel che Adrian sa fare, ci si è impuntato anche Paulao. Adrian, di suo, era già convinto. La missione quindi era il passaporto italiano. All’inizio il presidente della Fipav, Carlo Magri, era parecchio scettico. Paulao ci si è giocato molto, su questa vicenda: è bello e giusto riconoscerglielo.
Il resto è l’ultima stagione e mezzo. Da inizio 2015 a oggi Adrian Carambula e Alex Ranghieri hanno vinto 2 tornei di World Tour (Antalya 2015 e Doha 2016), si sono presi l’argento Europeo 2015, attualmente, stando al ranking Fivb, sono la coppia n.2 al Mondo. Salteranno l’Europeo di Bienne della prossima settimana, perché Adrian ha un piccolo problema muscolare. Ma poi saranno a Rio.
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